2020 – Omelia Pasqua di Risurrezione

Kairete, non semplicemente ‘salute a voi’… quello del Risorto non è un saluto di cortesia, ma è un’affermazione… ‘siate nella gioia’!

Nulla sembrava deporre a favore della gioia in quel momento storico… Gesù è appena stato ucciso, anzi massacrato, i discepoli si sono dispersi, Giuda ha consumato un tradimento terribile, ma da lui c’era da aspettarselo… gli piacevano troppo i soldi e per i soldi avrebbe fatto di tutto… però persino Pietro, il capo, anche lui ha rinnegato Gesù… è proprio vero allora che da dove si dovrebbe vedere la luce si manifesta il buio.

E poi, giunti al sepolcro per pulire un po’ quel corpo martoriato ecco il terremoto, una visione di angeli che incute timore e soggezione, parole di speranza ma non immediatamente comprensibili, cosa sta succedendo? Quali sarebbero i motivi per essere nella gioia?

A ben vedere, nemmeno oggi la situazione sembra incoraggiante, e un invito alla gioia ci sembra quasi fuor di luogo…

Come si può gioire quest’anno di fronte a migliaia e migliaia di morti e al dolore delle loro famiglie?

Come si può gioire di fronte a migliaia di malati che nelle nostre terapie intensive lottano fra la vita e la morte, attaccati a respiratori artificiali che tentano di riaprire alla ventilazione polmoni che piano piano si spengono?

Come si può gioire di fronte al fallimento, perché smantellato, di un sistema sanitario che era il fiore all’occhiello del nostro stato sociale, così caramente conquistato in anni di contributi, tasse, impegno sociale e medico, presenza capillare e rassicurante?

Come si può gioire reclusi in casa, cercando di sdrammatizzare la situazione con giochini e video divertenti, ma con quell’angoscia sottile nel cuore che ancora non ci fa intravedere la fine di questo incubo e mette a dura prova la nostra pazienza… la nostra speranza?

Come si può gioire al pensiero dei prossimi, imminenti, problemi sociali ed economici che ci saranno… attività chiuse, impegni di spesa presi e da onorare, stagione compromessa, risparmi che si assottigliano, incertezza lavorativa generale?

Come si può gioire in un clima nazionale di forze politiche che invece di far fronte comune litigano tra loro, creando una surreale situazione di perenne, noiosa, becera, insulsa campagna elettorale di cui siamo veramente stufi e che ci presenta ad ogni tavolo di concertazione sempre deboli e squalificati?

Eppure, oggi è Pasqua, oggi il Signore risorge e ci dice: Siate nella gioia!

Ma, Signore, non hai capito in quale casino ci troviamo? Come ci puoi dire: siate nella gioia?

Si, siate nella gioia… perché la morte delle persone non è avvenuta invano. Essa ci insegna quanto sia importante la vita, e quanto sia importante viverla bene, e quanto sia importante viverla con i nostri affetti più cari… senza perderci in inutili divisioni, ma amando, perdonando e prendendoci cura l’uno dell’altro. Questa è Risurrezione.

Si, siate nella gioia, perché gli ammalati non sono soli. Seppure lontani dai loro cari sono con Me, sono con chi si è preparato per curare le persone ammalate, sono aiutati dalle macchine ma le macchine sono il frutto dell’ingegno umano. Siate nella gioia perché avete capito che è più importante lavorare per avere macchine che donano e mantengono la vita piuttosto che armi che uccidono e distruggono la vita. Quando impareremo a spendere meno o nulla per le armi e a spendere per la salute dell’uomo, e forse lo stiamo capendo, è Risurrezione.

Si, siate nella gioia, perché lo stare a casa, pur nella difficoltà dei movimenti limitati, ci costringe a parlare con i nostri cari, e a dire ciò che diamo sempre e troppo per scontato… perché ci vergogniamo, non abbiamo tempo o è poco importante… e questo è: ‘ti voglio bene’. E grazie a queste parole forse può rifiorire un rapporto, perché se non abbiamo capito che ciò che conta è volersi bene e volere il bene dell’altro, e questo è l’unico motivo per stare insieme, allora non abbiamo capito nulla. Questa è risurrezione.

Si, siate nella gioia, perché le difficoltà lavorative ed economiche che ci saranno, perché ci saranno, diventeranno occasione per rimboccarci le maniche, per tirare fuori il meglio di noi, per aiutarci di più e diventare più solidali, per sostenerci e promuoverci a vicenda, per condividere il pane e finalmente diventare com-pagni, cioè persone che sanno spezzare un tozzo di pane insieme perché tutti abbiano qualcosa da mangiare. E questo ci serviva. E questa ritrovata attenzione all’altro e al suo lavoro è Risurrezione.

Si, siate nella gioia, perché avete capito e, se non lo abbiamo capito siamo davvero messi male, che la vita è un respiro che si dispiega tra un vagito ed un rantolo… ed è talmente breve questo lasso di tempo che non lo si può sciupare in litigi, divisioni, lotte di principio di lana caprina, ma che per sconfiggere qualsiasi pericolo ed avversario: ignoranza, povertà, arretratezza, occorre fare fronte comune e lavorare insieme, in famiglia, in parrocchia, nelle rispettive professioni, nei nostri paesi, nella Nazione, in questa Europa troppo economica e poco valoriale, in questa umanità così allo sbando perché troppo divisa, sempre in guerra, in Siria, in Africa, in Yemen, tra ricchi e poveri, tra rossi e neri, tra sud e nord, tra uomo e uomo. La Pace, la comunione, l’impegno comune è Risurrezione!

Le donne hanno abbracciato i piedi di Gesù Risorto, come a dirgli rimani con noi, per sempre, non andare più via… senza di Te siamo perdute, senza di Te non sappiamo cosa fare, dove andare, senza di Te nulla ha senso… senza di Te sembra che trionfi la morte…

Anche noi abbracciamo i piedi del Risorto, facciamolo stare con noi, senza trascurarlo e senza lasciarlo in una croce muta e silenziosa in un angolo di casa, insieme potremo vincere la morte e l’incertezza di questa vita e di questa situazione.

Rimani con noi! Perché solo Chi ha sconfitto la morte può dirci con verità, senza leggerezza, senza manie pubblicitarie… Andrà davvero tutto bene!

Auguri a tutti, vi giunga la mia carezza!