Sovranismo: chi è costui?
In questa perenne campagna elettorale nella quale è precipitata l’Italia, sui giornali, nelle trasmissioni televisive, nei TG e nei dibattiti politici, viene costantemente rilanciata, come proposta politica, il sovranismo, associata, in particolare, alla volontà di due forze politiche della destra italiana: la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Tra la crisi d’identità dei partiti e movimenti e fra i temi tradizionali dello scontro politico, quali europeismo, emigrazione, euro, economia, disoccupazione, tasse, etc., si fa strada con prepotenza e, sicuramente, diventerà predominante nel dibattito politico il tema del sovranismo.
È, pertanto, utile capirne il senso, le sue implicazioni e… perché no? L’eventuale pericolosità della sua applicazione in un mondo globalizzato ed in una società multietnica.
Quindi, che cos’è questo sovranismo, fulcro determinante dell’attuale proposta politica della destra italiana?
Come si può immaginare il termine “Sovrano” esiste sin dagli albori della lingua italiana. “Sovrano” letteralmente, sia come sostantivo che come aggettivo, significa ‘colui che sta sopra’. Il sovranismo, inteso come dottrina politica, e con l’attuale significato, è solo un’interpretazione moderna di questo concetto. In sostanza, il “nostro” sovranismo, a partire dai primi anni di questo secolo, ha una connotazione ostile a progetti sovranazionali, in difesa totale della sovranità dei singoli Stati. È sostanzialmente una posizione nazionalista che convenientemente si cela sotto altro nome. Questo perché “Nazionalismo” ricorda le grandi tragedie del Novecento, i milioni di morti delle due guerre mondiali, le aberrazioni del nazifascismo, le stragi di popoli inermi, le deportazioni, la Shoah. Tutto ciò induce, quindi, i Sovranisti a non parlare più di nazionalismo: il recente ricordo lo renderebbe perdente in termini elettorali, ed è a tutti chiaro quali sono gli scempi provocati dalla dottrina nazionalista.
Anche il “populismo” è connotato univocamente di spregio, il sovranismo – invece – appare ai più come dottrina efficiente, echeggia, tra l’altro, anche in maniera lodevole una lettura superficiale e parziale del primo articolo della Costituzione repubblicana: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo…”. Sembra una buona cosa, essere sovrani a casa propria, ma non riporta completamente il significato che i Padri Costituenti vollero dare. Il problema è che, anche se non fosse una dottrina che contiene intenti demagogici, promesse pericolose e vane, all’insegna della più profonda iniquità; anche se non celasse paradigmi nazionalisti novecenteschi; anche se si fermasse alla mera questione sulla sovranità, nel mondo moderno non c’è più spazio per sovrani autocratici.
Non esiste un solo problema, né una singola opportunità che si possa affrontare o coltivare da soli. L’idea di portare avanti in assoluta autonomia le azioni che si desiderano, senza confrontarsi, è una visione medievale del mondo, semplicemente infantile e senza prospettiva. L’autarchia è figlia di un altro secolo. L’Italia un sovrano ce l’ha, e non è un sovrano autocratico. Il primo articolo della Costituzione va’ completato: “…La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. È il popolo, che attraverso le sue scelte democratiche (libere elezioni) opta nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione, non un sovrano qualsiasi. La nostra Costituzione (nata, peraltro, con la nascita della Repubblica e dello Stato democratico) e il sacrificio degli italiani deceduti per la libertà, combattendo l’oppressore nelle lotte partigiane, sono e devono continuare ad essere l’unico sovrano e l’unica modalità di esercizio della sovranità.
Un sovrano immateriale e inflessibile e non mortale, nei principi ispiratori irriformabile, che riconosce i propri limiti e il proprio ruolo nel contesto della Comunità internazionale, in un mondo in cui le scelte vanno fatte e condivise in comune accordo con soggetti altri.
C’è da aver paura. Perché il sovranismo” offusca, dietro il giusto desiderio di sicurezza, sentimenti e nostalgie autoritarie che pensavamo fossero ormai sepolte dal tramonto di un doloroso secolo. Gli italiani dovranno avere la consapevolezza che al momento delle consultazioni elettorali, la cui portata non sarà certamente quella di contenere un qualunque inquilino condominiale indisciplinato e autoreferenziale, avranno il compito di eleggere un Capo di Governo che almeno non ritenga di fare tutto da solo, portando il Paese ad una deriva degna di populisti, demagoghi e nazionalisti camuffati.
Ci auguriamo che le istituzioni democratiche vigilino, e la Costituzione Repubblicana, nei suoi principi fondamentali, sia sempre l’esempio scritto da seguire perché il martirio di molti non venga tradito dai rigurgiti contemporanei.
F.M.