2020 – Omelia del 31 dicembre

Solennità della SS.ma Madre di Dio

Non il 1 Gennaio, ma l’11 ottobre di un lontanissimo 431, ad Efeso, città dell’attuale Turchia, venne proclamata la verità di fede che indica Maria come la Theotokos, ovvero la Madre di Dio.

Un titolo mariano molto importante, il più importante, ardito, pieno di significato e piuttosto controverso… come è possibile che una creatura umana abbia potuto concepire e partorire Dio? Eppure un antichissimo inno mariano afferma che l’Incontenibile, Colui che neppure l’universo può racchiudere, ha trovato accoglienza compiuta nel grembo della Vergine Maria.

Questa definizione dottrinale pose fine ad una lunga discussione teologica tra due grandi vescovi del passato: Cirillo di Alessandria e Nestorio, patriarca di Costantinopoli.

Nestorio preferiva si definisse Maria madre di Cristo perché temeva nella sopravvalutazione di una creatura umana innalzata quasi a divinità. Cirillo, invece, secondo tutta la Tradizione cristiana precedente, affermava che Maria è la Madre di Dio perché ha tessuto la natura umana di Cristo Signore, vero Dio e vero Uomo, la cui unica persona divina contempla la coesistenza della duplice natura di Cristo, totalmente Dio e totalmente Uomo. È l’affermazione della prodigiosa generazione divina, dell’umano concepimento di Cristo, nato da Dio, nato da donna, nella pienezza dei tempi, salvatore del mondo, come il nome Gesù indica esemplarmente… Dio salva, non l’uomo… e lo fa attraverso la cooperazione umana del “sì” di una donna, e lo fa rendendosi uomo per liberare l’umanità dalla corruzione della morte del peccato e del male.

Ci fu una grande festa ad Efeso per la conclusione dei lavori del Concilio con una fiaccolata che illuminò a giorno la città…

Per questo motivo Papa Giovanni volle aprire i lavori del Concilio Vaticano II proprio l’11 ottobre del 1962 a Roma, per porre il Concilio sotto la protezione della Madre di Dio, e per questo motivo la sera dell’11 ottobre i romani si recarono in piazza San Pietro illuminandola con le fiaccole a memoria della città di Efeso e suscitando l’intervento non programmato del Papa che rivolse alla Città, alla Chiesa e all’umanità intera il famoso discorso della Luna… che ancora oggi, a distanza di 60 anni, ci emoziona e commuove: “Date una carezza ai vostri bambini e dite loro: questa è la carezza del Papa!”. Chissà se la mia generazione avrà la possibilità di conoscere un nuovo Concilio che i tempi sembrano preparare con incredibile, veloce intensità.

L’attuale liturgia ha spostato la festa della Madre di Dio dall’11 ottobre al 1 gennaio, quasi a dirci che il tempo dev’essere affidato alla protezione di Colei che ha fissato nella storia l’Eterno, per ricordarci che questo tempo è tempo di pellegrinaggio e la nostra meta è l’eternità. Se ce lo ricordassimo più spesso, il contrasto tra la brevità e la perennità non lascerebbe spazio all’odio, alla divisione, alla guerra, alla povertà, all’intolleranza, alla sfiducia.

Sempre il Concilio ha approfondito la verità dogmatica del titolo mariano, aiutandoci a comprendere che Maria non è stata semplicemente lo strumento biologico dell’incarnazione e che la Sua maternità non si risolve nel rapporto esclusivo con il Figlio di Dio, ma essa si allarga e abbraccia tutta la Chiesa, tutti i cristiani, tutto il mondo.

Ella è madre della e nella fede, Ella è madre che partorisce, nutre e cresce continuamente i figli di Dio, Ella è madre di tutti quei figli che hanno perso o non hanno conosciuto la propria madre naturale… Ella è nostra Madre e sono orgoglioso che la nostra Comunità abbia il privilegio spirituale di invocarLa come patrona e signora, dispensatrice della Grazia che è Nostro Signore e delle grazie che Lui ci dona.

A lei chiediamo che ci insegni la mistica della maternità, in un tempo in cui è difficile essere genitori, è difficile essere educatori, è difficile persino essere figli facendo scricchiolare pericolosamente i vincoli di una fraternità universale che si deve trasformare in solidarietà senza distinzioni fintamente diplomatiche e realmente tragiche… “fratelli tutti” ci ricorda Papa Francesco nell’ultima Enciclica.

A lei affidiamo questo anno 2020 che si chiude, anno particolare, indimenticabile che solo il distacco della storia potrà valutare in pienezza. Attualmente lo ricordiamo come l’anno del Covid, della pandemia, che ha mietuto quasi due milioni di morti in tutto il mondo, e solo in Italia ha lasciato un vuoto di oltre settantamila persone decedute. È come se fosse scomparsa l’intera città di Olbia e paesini limitrofi. Settantamila famiglie che piangono i loro cari e che piangono per non averli potuti piangere nel momento del commiato. È l’anno in cui la nostra vita è stata rivoluzionata e che ci ha fatto rimpiangere le cose che pensavamo fossero scontate o, qualche volta noiose, la famiglia, il lavoro, gli abbracci, lo svago, lo stare insieme, i viaggi, le celebrazioni liturgiche e sociali di una quotidianità che ci manca e che non sapremo esattamente quando e quanto ci sarà restituita.

Confidiamo nella presente campagna di vaccinazione a cui, con coscienza e responsabilità sarebbe opportuno e necessario sottoporci per la nostra ed altrui salute, raggiungendo quell’immunità di gregge che – sola – può metterci al riparo dagli effetti mortiferi di un virus che tiene in scacco l’umanità.

I veri eroi di quest’anno sono i numerosi scienziati, medici, infermieri, operatori socio sanitari, sacerdoti, sindaci, amministratori e persone comuni che hanno perso la vita per soccorrere gli ammalati, sono loro i buoni samaritani del nostro tempo. Ricordiamoli nella preghiera e nell’affetto riconoscente per quanto hanno fatto.

Un suggerimento: non permettiamo alla memoria personale di conservare solo ciò che di brutto abbiamo vissuto, cristallizzate nei ricordi del cuore un episodio bello che vi è capitato e coltivatene il gusto spirituale vissuto. Io ho scelto l’abbraccio gratuito di un bambino, quest’estate scorsa. È venuto da me e piccolo com’era mi ha abbracciato le gambe e mi ha detto: “Sei bellissimo”.

È stato il modo per comunicarmi uno slancio dell’anima quale ricompensa per un sorriso ed un po’ di attenzione data.

Abbiamo bisogno di sorrisi e di attenzioni. Non aspettate. Tornate a casa e fatelo con chi ogni giorno sopportate e vi sopporta.

A Maria affidiamo il nuovo 2021 che si affaccia all’orizzonte dello scorrere del tempo e dell’avvicendarsi dell’umanità. Quante attese, quante speranze, quanti desideri e richieste per questo povero nuovo anno che, quasi, ispira tenerezza tanto è sovraccarico di aspirazioni e domande… ben sapendo che il tempo lo costruiamo noi con le nostre scelte, le nostre decisioni, le nostre azioni, per cui anche nelle avversità ricordiamoci che noi siamo chiamati a fare il tempo e a non perdere tempo. Impegnandoci sempre a lavorare su noi stessi per diventare persone e cristiani migliori, amandoci e perdonandoci come Dio ci ama e ci perdona.

Concludo invitandovi alla preghiera intensa e particolare per gli 11 bambini che nel 2020 hanno ricevuto il santo battesimo, il germe della vita divina si sviluppi in santità.

Preghiamo per i 28 bambini che hanno vissuto la prima comunione eucaristica, Gesù sia veramente pane quotidiano.

Preghiamo anche per i 23 ragazzi che hanno celebrato la cresima, confermando la propria fede… le turbolenze dell’adolescenza e della giovinezza non cancellino gli effetti dello Spirito Santo datore di ogni dono.

Affidiamo al Signore le 2 coppie unite in matrimonio cristiano, coppie non di Palau ma che hanno scelto il nostro paese e la nostra Comunità per sposarsi. Il vincolo santo sia sempre onorato dall’impegno degli sposi e allietato dalla nascita dei figli.

Raccomandiamo al Signore i nostri 38 defunti che ci hanno preceduti e vivono il mistero dell’eternità in Dio. Tanti lutti, tanto dolore ma anche tanta fede nella risurrezione dei morti di cui Cristo Signore è primizia, causa e fondamento.

Preghiamo per tutte le famiglie di Palau che sono state raggiunte da una lettera agile e riflessiva, che ha voluto utilizzare un personaggio delle favole, Pinocchio, per ricordare a tutti che non siamo nati per essere pezzi di legno ma per diventare compiutamente uomini e donne… come Gesù, l’uomo perfetto.

Vi comunico anche i numeri che riguardano l’andamento economico della nostra Parrocchia, aspetto importante che rivela impegno, scelte, generosità e dinamismo.

Abbiamo avuto entrate per 93.250 euro e spese per 81.124 euro, riportando un saldo positivo di 12.126 euro.

Per quanto riguarda la carità, che viaggia su un conto a lei dedicato e distinto dal conto parrocchiale, abbiamo avuto entrate per 30.663 euro e uscite per 28.611 euro, riportando un saldo positivo di 2.153 euro. Tre sole parole di commento: grazie, grazie, grazie!

Affissi al portone di ingresso, oltre al bilancio della parrocchia, della caritas, troverete anche il bilancio del comitato delle feste patronali del 2020 (i fidali del 75) per un corretto servizio di informazione e trasparenza.

Dio vi benedica e vi custodisca, faccia risplendere su di voi il Suo Volto e la Sua grazia, vi doni la Sua pace.

Io vi voglio bene, ma Dio vi ama, questa è una certezza, la più importante.

Auguri e coraggio, il Cielo non è vuoto!

Buon 2021! E così sia!

don Paolo